Forse a qualcuno suonerà strano, ma nel 2018 i Puffi compiono sessant’anni. È vero, molti di noi li hanno conosciuti negli anni Ottanta grazie alla serie animata che spopolava in tv e alla mitica sigla cantata da Cristina D’Avena. Ma la loro nascita risale a molto tempo prima. Sono, infatti, scaturiti dalla fantasia del fumettista belga Pierre Culliford, in arte Peyo, nel 1958. Alti “due mele o poco più”, con la pelle blu e il caratteristico cappellino bianco, in sessanta anni di carriera i Puffi hanno conquistato l’immaginario di diverse generazioni di bambini, partendo dai fumetti per poi diventare cartoni animati, gadget ambitissimi e perfino protagonisti al cinema.
A questi “puffosi” sessanta anni Wow Spazio Fumetto, a Milano, dedica la mostra-omaggio “Mondo Puffo”, che ripercorre tutta la storia dei Puffi, dalla loro comparsa sulle pagine del settimanale Spirou, fino ai film prodotti da Hollywood nell’ultimo decennio. A Bruxelles, invece, l’anniversario è celebrato dal parco tematico “La Schtroumpf Expérience”, che sarà aperto al pubblico fino al 27 gennaio 2019, prima di trasformarsi in un’attrazione itinerante e raggiungere altre località.
Per capire come avvenne esattamente la prima apparizione dei Puffi su carta, dobbiamo fare un salto indietro negli anni ‘50 (proprio come in “Ritorno al futuro”). All’epoca Peyo era conosciuto per le storie a fumetti del cavaliere Johan e del suo simpatico scudiero Pirlouit, che venivano pubblicate sul giornale per ragazzi Spirou. Nella storia “La flûte à six trous” (Il flauto a sei fori) Peyo decide di far imbattere i suoi eroi in un popolo di buffi folletti blu. L’incontro (non a Teano) avviene sul n. 1071 di Spirou del 23 ottobre 1958. Nascono così i Puffi, riprendendo una vecchia idea per un cartone animato che Peyo avrebbe voluto realizzare in gioventù. Come spesso accade nel mondo del fumetto, da personaggi comprimari i Puffi conquistano subito la fantasia e l’affetto del pubblico, diventando protagonisti di storie a loro completamente dedicate. La prima si intitola “I Puffi neri”, a cui seguono molte altre, che introducono via via i personaggi e le ambientazioni che faranno la fortuna della saga: il mago Gargamella, il gatto Birba, i Puffi con attitudini e mestieri diversi l’uno dall’altro, il villaggio, la foresta.
In Italia i Puffi o Strunfi, come vengono chiamati inizialmente traducendo il termine belga Schtroumpfs coniato da Peyo, arrivano nel 1963, grazie alla casa editrice Dardo, che pubblica le avventure di Roland e Tipitì (in seguito diventati John e Solfamì) sul quindicinale Tipitì. Torneranno poi nel 1964, questa volta con il più simpatico nome di Puffi, sul Corriere dei Piccoli, storica testata per ragazzi che ne pubblicherà le storie per molti anni.
Per quanto riguarda la trasposizione in cartoni, la prima versione animata risale al 1961: nove puntate realizzate muovendo dei modellini di carta su fondali dipinti, poi raccolte in un film nel 1965. Peyo torna all’animazione nel 1976 con il lungometraggio “Il flauto a sei Puffi”, basato proprio sulla storia in cui gli ometti blu apparvero per la prima volta e da noi trasmesso più volte in tv negli anni ‘80, soprattutto nel periodo natalizio. Nel 1981, invece, prende il via la serie animata realizzata dallo studio di Hanna & Barbera, grandi animatori creatori di Tom & Jerry e degli Antenati, che andrà avanti per ben nove stagioni e 272 episodi, decretando la fortuna del marchio in tutto il mondo. Ed è così che i Puffi diventano grandi protagonisti anche sulla scena del merchandising, in particolare grazie ai mitici pupazzetti in gomma prodotti in Germania dalla Schleich.
Al cinema i Puffi sbarcano con grande successo nel 2011 con il film “I Puffi” (che mescola computer grafica e live action), seguito poi da uno speciale natalizio intitolato “I Puffi – A Christmas Carol”. Nel 2013 esce “I Puffi 2”, mentre nel 2017 è la volta di “I Puffi – Viaggio nella foresta segreta”.
La mostra “Mondo Puffo” vuole essere un divertente omaggio al fantastico mondo dei Puffi, per permettere ai visitatori di approfondire la loro storia: le origini, la storia editoriale, ma anche la musica e lo straordinario “linguaggio puffo”. Un percorso inedito e divertente per raccontare questi simpatici personaggi e il loro universo pieno di magia e fantasia, augurando loro “Cento di questi Puffi!”.
Dagli archivi della Fondazione Franco Fossati sono esposti giornali rari, tra cui l’originale del numero di Spirou con la prima apparizione in assoluto (1958) e i numeri di Tipitì con la prima apparizione italiana ancora col nome di Strunfi (1963), fino alle storiche storie pubblicate sui volumi cartonati e sul Corriere dei Piccoli dal 1964 e l’omaggio de Il Giornalino per i 50 anni. Presenti anche i manifesti cinematografici e le fotobuste dei recenti film.
Divertenti pannelli tematici approfondiscono gli aspetti più curiosi: la nascita e le prime apparizioni, i segni particolari più puffosi, i buffi usi e costumi dei Puffi (cosa mangiano? perché si vestono così? come vengono creati? e soprattutto: quanti sono esattamente?), la televisione e il cinema, la lingua puffa, studiata addirittura dal grande semiologo Umberto Eco, le celebri sigle dei cartoni animati, i pezzi di musica classica che commentano le puntate.
Ambientate in un Medioevo fantastico, le storie dei Puffi li vedono spesso impegnati a fuggire dalle grinfie del perfido mago Gargamella o di qualche altro personaggio malvagio, ma non manca chi viene loro in soccorso. Amici e nemici dei Puffi finiscono così per diventare parte integrante delle loro avventure: Gargamella, Birba, John e Solfami, Omnibus, Madre Natura, Padre Tempo, Bue Grasso, Lenticchia, Gherardo, Baldassarre e tanti altri. Le ambientazioni principali sono il villaggio di Pufflandia (quasi impossibile da trovare per gli esseri umani) e la foresta. Per scoprirne i segreti la mostra propone una mappa che aiuta il visitatore a orientarsi nell’universo dei Puffi: il villaggio, la diga, il ponte, il fiume, il campo di puffbacche, il castello di Gargamella. In esposizione anche un villaggio originale anni Ottanta, formato da Puffi, casette e accessori da collezione della serie Schleich. E ancora dischi, giornali e riviste d’epoca, gadget, memorabilia e tante sorprese puffose.
“Mondo Puffo” è allo Wow Spazio Fumetto, Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano, fino al 25 novembre 2018. L’apertura, con ingresso libero, è dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle 15 alle 20.
Per visitare il parco a tema “La Schtroumpf Expérience”, invece, bisogna recarsi nella zona Expo di Bruxelles, nelle vicinanze dell’Atomium, il monumento simbolo della città, decorato per l’occasione con l’immagine di un Puffo. Diviso in nove ambientazioni, per un totale di 1500 metri quadrati, riproduce il villaggio di Pufflandia, con le tipiche casette a forma di fungo. Adulti e bambini possono vivere un’avventura unica, aiutando i Puffi a superare le trappole di Gargamella, tra ologrammi, pozioni magiche, mappatura video e realtà virtuale. Il tutto si conclude con la “Festa del villaggio”, dove gli ospiti “umani” hanno l’opportunità di imparare la danza dei Puffi. Un’esperienza decisamente “puffosa”, dedicata a tutta la famiglia, all’insegna dei valori incarnati dalle magiche creature blu: amicizia, solidarietà, tolleranza e condivisione.
© Riproduzione riservata