Ottanta nostalgia

Gli anni 80 in mostra al museo WOW di Milano

“Ottanta nostalgia” dal 20 maggio al 1° ottobre celebra un decennio speciale fatto di cartoni animati, giocattoli, videogame, musica e cinema

Il museo WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano rende omaggio ai mitici anni 80 con l’esposizione “Ottanta nostalgia” (visitabile dal 20 maggio al 1° ottobre, ad eccezione del mese di agosto), che li racconta attraverso giocattoli, giornali, riviste, dischi, locandine cinematografiche, fumetti, giochi da tavolo, videogame, console, modellini, memorabilia e tutto ciò che contribuì, nel bene e nel male, a costruire un decennio indimenticabile. Un percorso cronologico che vuole rapire la memoria del visitatore sulla scorta della nostalgia, ma anche aiutare chi non ha vissuto quel periodo a comprenderlo meglio ed eventualmente a rivalutarlo.

Gli anni Ottanta sono stati l’epoca del boom dei cartoni animati giapponesi e dei videogame, del trionfo delle tv private e delle hit parade, dei paninari e del cinema fantasy. Una decade che, con i suoi eccessi e le sue mode, ha influenzato i quarantenni di oggi e che sta vivendo da qualche tempo un’autentica riscoperta, anche da parte delle nuove generazioni. Molti programmi televisivi, siti e pagine Facebook, infatti, ne ripropongono i protagonisti, le icone di costume, i personaggi più popolari di telefilm e serie animate. Per questo motivo WOW Spazio Fumetto raccoglie la richiesta giunta da molti visitatori e proprio a quel decennio dedica una “non-mostra”, definita così poiché non intende proporre un autentico approfondimento storico-sociologico-culturale, ma solo un viaggio divertente alla (ri)scoperta di passioni, icone e simboli che ci hanno aiutato a crescere.

Grazie all’esposizione di autentici cimeli, provenienti da collezioni private e dall’archivio della Fondazione Franco Fossati, sarà possibile passeggiare di anno in anno e conoscere gli aspetti più singolari del periodo 1980-1989. Tra un’icona e l’altra, tra un cubo di Rubik e un walkman, grandi pannelli dedicati ad ogni anno proporranno approfondimenti su fatti di cronaca e di costume, parlando anche di cinema e musica.

Naturalmente ampio spazio sarà dedicato ai cartoni animati, veri protagonisti del decennio con l’invasione dal Giappone sulle neonate tv private. Tutto era iniziato nel 1976, con la messa in onda sul secondo canale Rai dei “Barbapapà”, seguiti nel 1977 da “Vicky il vichingo” e nel 1978 da “Heidi” e “Ufo Robot Goldrake”. L’esempio della tv di Stato fu ben presto imitato dalle emittenti private, che riempirono i loro palinsesti di serie animate a basso costo, tanto che, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, furono acquistati dal Giappone oltre un centinaio di titoli.

All’inizio degli anni Ottanta i cartoni giapponesi furono al centro, loro malgrado, di una lunga polemica. Mentre i bambini volevano guardarli a ogni ora del giorno, genitori, insegnanti e persino politici li consideravano violenti e diseducativi, responsabili delle peggiori nefandezze e pure disegnati male, oltre che “fatti con il computer”, come si poteva leggere spessissimo su giornali e riviste di quegli anni. A causa di questa campagna di demonizzazione da parte dell’opinione pubblica, a metà degli anni Ottanta la Rai decise di interrompere la trasmissione di serie giapponesi.

Nuovi cartoni di origine nipponica continuarono a essere proposti dal gruppo Fininvest, in particolare all’interno di Bim Bum Bam, lo storico programma pomeridiano condotto da Paolo Bonolis, Manuela Blanchard e Uan. Si privilegiavano, tuttavia, le serie meisaku o shoujo, più innocue rispetto ai prodotti shounen, che venivano dirottati sulle syndication sorelleItalia7 e Odeon Tv. Al contrario Big, il programma concorrente della tv dei ragazzi targata Rai, passava soprattutto titoli di produzione americana ed europea.

Presenti in esposizione i rodovetri originali delle serie più amate, provenienti dalla collezione di Simone Caradonna. Per mettere ordine in un universo vastissimo, i cartoni saranno rigorosamente suddivisi nelle categorie “senza famiglia” (chissà perché nelle serie nipponiche andava tanto di moda rimanere senza genitori, a partire da Candy Candy fino a Remì e Spank), “sportivi” (Jenny la tennista, Mimì, Mila e Shiro, Holly e Benji), “maghette” (Bia, Creamy, Lamù, Emi), fino ai mitici “robottoni” (da Goldrake, il primo ad arrivare in Italia, a Mazinga, da Daltanious a Daitarn III e Gundam), senza dimenticare autentici protagonisti dei pomeriggi come Lady Oscar o i Puffi.

Gli Ottanta sono stati anche gli anni del grande boom dei videogiochi: le sale giochi spopolavano e nelle case arrivavano le prime console da collegare al televisore, con autentici must come Pac-Man e Donkey Kong. Grazie alla collaborazione di VideoGame Memorabilia, in mostra si potranno ammirare le console più famose, dal mitico Nintendo NES all’alternativo Sega Master System, con uno scontro diretto sul campo tra Sinclair ZX Spectrum e Commodore 64. Non mancherà poi un vero coin-op, un videogioco da sala originale, di quelli in cui migliaia di ragazzi hanno sperperato la paghetta in gettoni.

Negli anni Ottanta ci fu anche una proliferazione di giocattoli, spesso suddivisi in prodotti per maschietti e per femminucce. Grazie alla collezione di Massimo Combi, in mostra ci saranno i miti Masters of The Universe, Transformers, G.I. Joe, oltre alla Barbie, i Popples e i Mio Mini Pony. Per i bambini più creativi, desiderosi di costruire e inventare, c’erano invece i Lego e i Playmobil, protagonisti di uno dei tanti “scontri” generazionali che hanno caratterizzato il decennio. Capitolo a parte per i giochi da tavolo, vera e propria moda degli Ottanta, rappresentati sia dai classici indimenticati, come Brivido, Indovina chi?, Forza 4, L’allegro chirurgo e Cluedo, sia dalle scatole ispirate ai quiz televisivi di maggior ascolto, come “Il pranzo è servito” (cult condotto da Corrado) e “Bis” (con Mike Bongiorno), a cui si aggiungeranno vere e proprie chicche come il flipper ispirato al programma “Help!”.

Il cinema, con il grande trionfo di Steven Spielberg dall’estero e dei comici nostrani in patria, sarà rappresentato da manifesti e locandine originali, scelte seguendo le classifiche italiane e straniere di ogni anno: mentre dagli USA spopolavano “Indiana Jones”, “E.T.”, “I Goonies”, “Ritorno al Futuro”, “Ghostbusters”, in patria esplodevano Adriano Celentano, la coppia Benigni/Troisi, Francesco Nuti e i film a episodi con i comici della tv.

Spazio anche alla musica, con le hit parade che videro artisti di fama mondiale come Madonna e i Duran Duran battersela con le sigle dei cartoni animati più in voga cantate da I Cavalieri del Re e Cristina D’Avena, “Il ballo del qua qua” di Romina Power o le sigle dei programmi tv portate al successo da Gigi Sabani e Heather Parisi.

“Ottanta nostalgia” sarà visitabile nei giorni e negli orari di apertura di WOW Spazio Fumetto, dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle 19, sabato e domenica dalle ore 15 alle 20. Il costo d’ingresso è di 5 euro per il biglietto intero, 3 euro per quello ridotto. L’illustrazione utilizzata per la locandina della mostra è opera del disegnatore Disney Claudio Sciarrone.

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